Museo d'arte Sacra San Martino

Museo di Arte SacraIl museo, nato nel 1995 per volontà del parroco di Alzano, don Alberto Facchinetti, si prefigge lo scopo di mostrare sia alla popolazione locale che agli amanti dell’arte, la storia della comunità del paese con opere religiose quali dipinti, sculture e monili aurei, ma anche testi ed oggetti liturgici (stendardi, ostensori, calici, paramenti sacri, croci ed altro ancora), appartenenti alla storia della Basilica di San Martino che non avevano più una precisa collocazione tra gli arredi in uso.

Un altro obiettivo dell’esposizione è quello di ricostruire la storia della Basilica di San Martino, mediante atti, decreti, disegni, ricostruzioni, testimonianze e documenti, tra cui un manoscritto riportante l'atto di fondazione della parrocchia risalente al 1457.

La chiesa difatti venne ricostruita, sulle basi di una più piccola risalente all'XI secolo, nel 1442, ampliata e notevolmente abbellita nel XVII secolo grazie all'architetto Gerolamo Quadrio, il quale progettò anche Le Sagrestie, notevolissimo esempio di arte barocca lombarda, a cui si accede direttamente dal museo, alle quali è dedicata un'intera sezione.

Il museo d'Arte Sacra si trova infatti all'interno dell'edificio detto "il palazzo", attiguo alla basilica di San Martino, che nei secoli passati era adibito a residenza dai conti Pelliccioli, nota famiglia del paese seriano.

Dopo numerosi cambi di proprietà, questo stabile, con il relativo cortile, è stato acquistato dal comune che, in sinergia con la parrocchia, lo ha restaurato e recuperato nel 1953. Sono però passati più di quarant’anni prima che all’interno vi venisse aperto il museo, che occupa solo una parte del palazzo (quella più vicina alla basilica stessa), nell'altro ramo trova posto un salone per le conferenze.

Martirio di San Pietro (Palma il Vecchio)

Il museo, suddiviso in quattordici sale, è strutturato su tre piani che seguono un itinerario didattico ben definito, con tavole che corredano tutte le sale per meglio capire ed interpretare gli oggetti esposti.

Al piano terra il museo presenta, attigui all'ingresso, ambienti adibiti alle attività didattiche ed espositive, oltre che alla direzione, una piccola pinacoteca ed alla libreria. Vi è anche una sala organizzata in modo da fornire una sorta di "memoria storica", contenente le documentazioni inerenti ai vari lavori effettuati nel complesso.

Già salendo la scalinata si può notare il dipinto su tela di Giovanni Raggi, che raffigura l'episodio biblico de “La benedizione di Balaam” (risalente al 1767).

Sul pianerottolo si aprono tre sezioni: a sinistra si trova la prima, suddivisa in tre ambienti che comprendono vari paramenti sacri, la pala del martirio di San Pietro di Palma il Vecchio, il dipinto di Andrea Previtali, raffigurante Sant'Antonio abate, San Cristoforo e San Nicola da Tolentino; e la tela Giaele uccide Sisara, di Enrico Albricci (1767).

San Cristoforo (Tintoretto)

La seconda sezione prevede una ricca esposizione di vari arredi liturgici, tra cui paramenti, ostensori, calici e libri sacri scritti a mano.

La terza ed ultima sezione comprende, nell'ordine, opere di artisti del calibro di Antonio Marinoni, Gian Paolo Cavagna e Carlo Ceresa. Poco più avanti si trova una saletta in cui è conservato il San Cristoforo, tela attribuita a Jacopo Robusti, noto col nome di Tintoretto, ed al figlio Domenico.

Il secondo piano è composto da quattro saloni: nel primo si trova l’opera del Simoni denominata il calvario, mentre nei successivi si trovano documenti, progetti e materiale vario delle famiglie Fantoni e Caniana, che diedero un fondamentale contributo nell'esecuzione delle Sagrestie.

A lato si trova anche una postazione multimediale che permette di meglio comprendere le opere esposte.

[Fonte: Wikipedia]

 

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